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Intervista ad Elisa Benedetti (4 A ITET): “la mia esperienza di anno scolastico negli Stati Uniti d’America”

  • Quali ragioni ti hanno spinto ad intraprendere questa esperienza di studio all’estero?

La voglia di partire per questa esperienza è nata dalla volontà di conoscere una nuova cultura e imparare da quest’ultima, in modo da poter vedere da una prospettiva diversa tutto quello che mi circonda. Insieme a questo anche il desiderio di frequentare una scuola americana e sentirmi come in un film.

  • Ci racconti la tua destinazione, la sistemazione prescelta, l’ambiente familiare che ti sta ospitando?

Meno di un mese prima della partenza mi è arrivato il placement: Murfreesboro, in Tennessee. Si tratta di una cittadina abbastanza grande, sicuramente una realtà completamente diversa da quella in cui ero abituata a vivere, tutto molto più moderno e urbanizzato. Le distanze sono molto grandi e senza una macchina non ci si può spostare (i trasporti pubblici non ci sono). L’ambiente familiare è un po’ particolare, la mia famiglia ospitante può essere considerata l’opposto della mia famiglia in Italia. I membri della famiglia non sono molto uniti e passano davvero poco tempo insieme, non esiste un legame, per questo motivo inizialmente non mi sentivo accolta, ma si tratta solamente di un’idea diversa di famiglia e di abitudini differenti. 

  • Quale scuola stai frequentando?

La mia scuola si chiama Rockvale High School, è stata costruita da tre anni, è la più grande del distretto e ospita quasi 3.000 studenti.

  • In cosa si differenzia rispetto alla tua scuola di origine ed, in generale, ad un istituto italiano?

Le differenze tra la scuola americana e quella italiana sono davvero tantissime. La settimana scolastica va dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 15:30, le materie totali sono sette di cui tre obbligatorie (matematica, inglese e storia americana) e quattro da scegliere in base ai propri interessi (ad esempio io frequento spagnolo, business, biologia e cucina). Ogni professore ha la sua classe, sono gli studenti a dover cambiare aula: ad ogni cambio dell’ora si hanno cinque minuti per raggiungere la classe dell’ora seguente. Rispetto a Gardascuola il livello scolastico richiesto è molto basso, non ci sono interrogazioni e i test sono tutti a risposta multipla e molte volte “open note”, cioè è possibile svolgerli con i propri appunti e le schede sull’argomento fornite dai professori. I compiti sono molto pochi e quando vengono dati l’insegnante lascia una parte della lezione per svolgerli in classe. Quindi nonostante la barriera linguistica la scuola è facile fin da subito, l’unica difficoltà che ho avuto la prima settimana è stata riuscire ad orientarmi nella struttura e trovare le mie classi, essendo la scuola davvero molto grande.

  • Come sono i tuoi compagni di classe? Quali sono le relazioni più importanti che hai instaurato fino a questo momento?

Cambiando classe per ogni materia, ogni ora si hanno compagni di classe diversi, per cui è difficile instaurare un rapporto durante l’orario scolastico. Questo è il motivo per cui molti ragazzi frequentano clubs, le attività dopo la scuola e in tantissimi praticano uno sport, tutto organizzato dall’istituto, in questo modo si ha l’opportunità di conoscere meglio gli altri ragazzi. Finora i legami più forti che ho stretto sono con alcune ragazze delle mie classi e dei clubs (io faccio parte dell’international club e DECA club). Quindi non essendoci un gruppo classe come potrebbe succedere più facilmente in Italia è più probabile fare amicizia con 3/4 persone in ogni classe. Ho anche legato molto con altri exchange students: è sempre bello potersi confrontare con qualcuno che sta vivendo la tua stessa situazione.

  • Come si sviluppa una tua giornata tipo?

In una normale giornata di scuola alle 7:35 prendo il bus e arrivo a scuola alle 8:00. Dalle 8:30 alle 15:30 ho le lezioni con pausa pranzo alle 13:00 di 24 minuti, il cibo della mensa non è molto buono quindi mi porto il pranzo da casa. Alla fine della scuola se non ho un incontro di un club prendo di nuovo il bus e arrivo a casa alle 16:10 o mi faccio dare un passaggio da una mia amica, altrimenti mi fermo normalmente fino alle 17:30, quando i miei genitori ospitanti mi vengono a prendere. Arrivata a casa mi rilasso fino a ora di cena, gli americani cenano molto presto, verso le 17/17:30. A volte si mangia tutti insieme, ma in molti casi ognuno mangia quando ha fame o voglia. La sera guardo la tv oppure spesso sto fuori casa a dormire. Se invece si tratta di un venerdì la sera si torna a scuola per la partita di football, il momento di ritrovo di tutti i ragazzi.

  • Come è cambiata la tua vita in questi mesi fuori dalla “comfort zone”?

In questi mesi lontana da casa mi sono resa conto di quanto sia fortunata ad essere nata e cresciuta in Italia. Non voglio dire che vorrei tornare indietro, anzi rifarei la scelta di partire mille volte e mi sto trovando davvero bene, ma il posto in cui mi ero abituata a vivere non ha paragoni e per questo mi devo ritenere davvero fortunata. Vivendo in un paese completamente nuovo ho capito anche come comportarmi in un ambiente in cui inizialmente non si conosce nessuno: può sembrare come iniziare una nuova vita da zero.

  • Cosa ti sta dando questa esperienza in termini di crescita personale?

Penso che questa esperienza ti faccia crescere molto e il motivo è che anche se sembra di essere circondati da molte persone in realtà questa è un’avventura che si affronta da soli, si impara ad adattarsi, ma anche a farsi sentire quando qualcosa non va, perché qui, lontano da tutto, non ci sarà nessuno che lo farà al tuo posto. Ovviamente si può sempre chiedere aiuto ma l’impegno deve venire da dentro di noi.

  • Hai già avuto modo di visitare il Paese dove ti trovi? 

Dal 2 al 9 ottobre ci sono state le vacanze di autunno quindi io e la mia famiglia ospitante siamo andati al mare in Alabama, durante la settimana abbiamo avuto modo di spostarci e siamo andati anche a vedere alcuni luoghi in Florida, Mississippi e Louisiana, dove abbiamo visitato New Orleans. Ai miei genitori ospitanti piace viaggiare e stanno già pensando alla meta per le vacanze di primavera. Inoltre ho in programma di visitare Nashville, la capitale della musica country, che sta solo a circa mezz’ora dalla mia città.

  • Qual è stato il momento più bello ed emozionante che hai vissuto finora?

Il momento più bello è stato a una partita di football. Dopo scuola io e una mia amica siamo andate a casa sua a prepararci: il tema della serata era americano, quindi ci siamo messe vestiti raffiguranti la bandiera degli USA, dopodiché siamo andate fuori a mangiare e poi alla partita. La sezione degli studenti era piena di ragazzi emozionati che tifavano per la propria squadra, sembrava davvero di essere in un film.

  • Ci sono state anche delle situazioni difficili da affrontare?

Ovviamente doversi abituare a vivere una vita del tutto diversa è difficile, il primo mese è il più faticoso e serve a ingranare e a metabolizzare tutti i cambiamenti, ma dopo questo il tempo inizierà a passare molto veloce e tutto sembrerà più semplice. Credo che questa esperienza richieda un costante impegno e voglia di fare sempre di più, perché anche dopo che le difficoltà più grandi sono passate ci sarà sempre qualche ostacolo da superare. 

  • Stai mantenendo i contatti con Gardascuola e i tuoi compagni di classe?

Da quando sono qua non mi sto tenendo molto in contatto con la scuola, ma ho in programma di riavvicinarmi a Gardascuola per cercare di tenermi al passo con il programma.

  • Le nuove tecnologie ti stanno aiutando in tal senso?

Le nuove tecnologie sono essenziali per mantenere i contatti con tutti; anche se si deve prestare attenzione al fuso orario le piattaforme come FaceTime e Whatsapp rendono molto facile la comunicazione.

  • Che messaggio ti senti di lanciare a tutti i ragazzi interessati in futuro ad un progetto di studio all’estero?

Consiglio moltissimo questa esperienza a tutti perché è davvero qualcosa che fa aprire gli occhi e insegna molto. L’unico avvertimento è quello di non fare troppo affidamento sui film, diverse cose sono le stesse, ma tante altre invece sono molto differenti da come ce le si aspetta. In ogni caso per chi ha il giusto carattere e una mente aperta e curiosa è un’avventura unica.

  • Quali sono i tuoi programmi nei prossimi mesi?

A dicembre inizia la stagione di “track and field”, la corsa di brevi distanze; voglio iniziare questo sport per provare una tra le attività che la mia scuola offre e per conoscere gente nuova. Inoltre ho in programma di andare a vedere partite di football, basket e hockey di serie A con la mia famiglia ospitante. Sto anche cercando di esplorare i dintorni facendo camping e camminate.

  • Quali altri progetti di studio ti piacerebbe intraprendere in futuro? 

Dopo essermi immersa in questa esperienza penso che in futuro ne vorrò fare sicuramente altre, magari l’Erasmus all’università o altri programmi di scambio. Non ho ancora le idee chiare in questo ambito e non mi sono ancora informata ma mi piacerebbe davvero riuscire a studiare di nuovo all’estero.

 

Grazie Elisa per questa testimonianza. Un grande “in bocca al lupo”. A presto

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